Il presidente della holding Edizione ha compiuto 60 anni: «Il Ponte Morandi? Profondo dolore, rinnovo le scuse. Dopo la tragedia siamo tornati ai valori dei padri fondatori »
Alessandro Benetton la butta lì – una frase fra tante – in una conversazione lunghissima. Dice: «Ognuno di noi è quello che fa quando gli capitano le cose che non si aspetta». Alessandro Benetton ha il talento delle frasi perfette, perché a lui, negli ultimi anni, di cose inaspettate ne sono capitate almeno due di vasta portata. La prima: è diventato presidente della cassaforte di famiglia, lui che per anni si era considerato «all’opposizione». Ed Edizione non è solo una bazzecola arrivata al valore patrimoniale netto di 13 miliardi di euro, con partecipazioni nei settori delle infrastrutture di trasporti e digitali, nel travel retail e food & beverage, nell’immobiliare, nel settore agricolo, in Mediobanca, in Generali e naturalmente nell’abbigliamento, ma era anche nel mezzo della crisi reputazionale seguita alla tragedia del Ponte Morandi.
La seconda cosa inaspettata sono i tre figli adolescenti che decidono di vivere con lui quando finisce il suo matrimonio. Ieri, Alessandro ha compiuto 60 anni. Se gli chiedi il bilancio nel giorno di un compleanno così significativo, risponde: «Più che in termini di traguardi, mi piace pensare che si tratti di una tappa. Sono stato sempre troppo orientato verso il futuro per guardare troppo al passato e, crescendo, ho imparato a non perdere di vista neanche la bellezza di quello che vivo nel frattempo».